Caparezza – Mica Van Gogh
Suona la campana, comincia il duello. Un povero adolescente preso e catapultato in campo senza averlo chiesto si trova a fare a botte con un colosso della storia umana; niente poco di meno che Vincent Van Gogh.
In questa visione ci accompagna il brano scritto dall’autore pugliese Michele Salvemini , in arte Caparezza, “Mica Van Gogh”.
Il ring è un continuo e progressivo confronto tra chi, nell’Europa del 1880 , era considerato il pazzo che vedeva il mondo a fiori gialli e cieli blu materici e un esempio dell’italiano (o, mi verrebbe da ampliare, individuo generico) protagonista di un’era contemporanea.
Il testo, fomentato dalla lancia ritmica del rapper e il sound rock-elettronico, è un tifo dichiarato e serrato per il pittore olandese, mosso e articolato in parallelismi tanto sottili quanto geniali, che in qualche modo inducono anche noi ascoltatori a prendere le parti del rosso squattrinato e denigrato dai suoi compaesani.
“Ok Van Gogh, mangiava tubi di colore ed altre cose assurde, probabilmente meno tossiche del tuo cheeseburger”
Forse l’idea di fondo che il musicista ha voluto trasmettere è quella di una rivalutazione nonché completo ribaltamento di ciò che nella nostra concezione è detto “folle”: il folle è colui che sprofonda nelle viscere della vita risollevandola ad arte oppure chi si lascia fagocitare dagli schermi del proprio smartphone annullandosi nella banalità, superficialità e alienazione?
La vera domanda che ci si potrebbe porre, in altri termini è: chi è il vero “essere-umano” tra i due tipi che si stanno confrontando?
A voi l’ascolto e la scelta della parte; anche se il consiglio che vi do, in maniera forse meno provocatoria di Caparezza, è quello di spendere il tempo rovinandovi di tempera, timpani, inchiostro, di vera bellezza, piuttosto che spenderlo imbottigliati in uno spazio virtuale o fittizio.
Testo
Prima di dare del pazzo a Van Gogh sappi che lui è terrazzo tu ground floor
Prima di dire che era fuori di senno, fammi un disegno con fogli di carta e crayon
Van Gogh, mica quel tizio là, ma uno che alla tua età libri di Emile Zola
Shakespeare nelle corde
Dickens nelle corde
Tu, leggi manuali di DVD Recorder
Lui, trecento lettere, letteratura fine
Tu, centosessanta caratteri, due faccine, fine
Lui, London, Paris, Anvers
Tu, megastore, iper, multiplex
Lui, distante ma sa tutto del fratello Teo
Tu, convivi e non sai nulla del fratello Tuo
Lui a piedi per i campi, lo stimola
Tu, rinchiuso con i crampi sul Tapis Roulant
Beh, da una prima stima mio caro ragazzo
Dovresti convenire che
Tu sei pazzo
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Tu-tu sei pazzo
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Tu-tu sei pazzo
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Tu sei pazzo, Mica Van Gogh
Tu sei pazzo, Mica Van Gogh
Van Gogh
A sedici anni girò tra collezioni d’arte
Tu a sedici anni Yu-gi-oh, collezioni carte
A vent’anni nel salon del Louvre
E tu nell’autosalon del SUV, rimani in mutande
Lui olio su tela, e creò dipinti
Tu olio su muscoli, e gare di body building
Lui paesane, modelle, prostitute
Tu passi le notti nel letto con il computer
Lui ha talento lo sai
Tu è un po’ che non l’hai
Lui scommette su di sè
Tu poker online
Lui esaltato per aver incontrato Gauguin
Tu esaltato per aver pippato cocaine
Lui assenzio e poesia
Tu senza poesia
Lui ha fede
Tu ti senti il messia
Van Gogh, una lama e si taglia l’orecchio
Io ti sento parlare, sto per fare lo stesso
Ho il rasoio tra le dita ma non ti ammazzo
Avrò pietà di te perché
Tu sei pazzo
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Tu-tu sei pazzo
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Tu-tu sei pazzo
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Tu sei pazzo, mica Van Gogh
Spacchi tutto quando fan gol
Fai la coda per lo smartphone
Tu sei pazzo, mica Van Gogh
Tu sei pazzo, mica Van Gogh
OK, Van Gogh mangiava tubi di colore ed altre cose assurde
Probabilmente meno tossiche del tuo cheeseburger
Allucinazioni che alterano la vista
Tu ti fai di funghi ad Amsterdam
Ma ciò non fa di te un artista
Tu in fissa con i cellulari
Lui coi girasoli
Girare con te è un po’ come quando si gira soli
Colpo di mano cambia il vento come a rubamazzo
C’è una novità, ragazzo
Tu non sei più sano
Tu sei pazzo
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Tu-tu sei pazzo
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Tu-tu sei pazzo
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Mica Van Gogh
Tu sei pazzo, mica Van Gogh
Tu sei pazzo, mica Van Gogh
Annalisa Mazzolari
Laureata alla triennale di Filosofia presso l’Università degli studi di Trento e in attesa di proseguire con il biennio magistrale a Milano.
Oltre alla filosofia coltiva la passione per la musica: diplomata all’ottavo anno di pianoforte presso il Conservatorio di Brescia e in canto lirico presso il Conservatorio di Bergamo.